Le fantastiche avventure di Dionigi Periegete

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Carta e inchiostro Staff ha scritto 7 anni fa

INCIPIT: Interroghiamo

-VOCE NARRANTE: Tutto ebbe origine da una comunissima scusa scolastica……
-MAESTRA: Allora ragazzi oggi purtroppo vi avevo promesso un filmato ma siccome siamo nel II d.C. se pensavate dicessi sul serio siete solo dei periegetici cazzoni…. quindi interroghiamo….
-Digy: professoressa posso andare in Bangladesh?
***Carmine Marzo***

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CAPITOLO 1: Vogliamo il filmato!

-Maestra: Dionisio ma com’è possibile che ogni volta che interrogo vuoi andare da qualche parte?
-Digy: Ma professoressa, in Bangladesh la tribù degli Sprughi inizia oggi la vendemmia. E’ un evento eccezionale che non ha mai visto nessuno dal vivo..
Le giuro che le porto un po’ di bianco in brick e non se ne pentirà!
-MAESTRA: Ma anche l’altra volta mi avevi detto che il rito voodoo in ruanda sarebbe stato una cosa eccezionale e poi sai come è andata a finire…
-Digy: Ehm…in effetti mi son pure rotto un braccio nella rissa…
-Archy: Professoressa anche io voglio andare in Bangladesh!
-MAESTRA: Ragazzi stiamo mandando un po’ tutto a puttane stamattina. Siete solo una massa di viziati periegetici, io vi boccio tutti!
-TUTTI: Vogliamo il filmato, vogliamo il filmato!
***Gianluca Panico***

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CAPITOLO 2: Ce l’avete le chiavi?

Fu così che Digy e la professoressa Epitetta Mariapanfila Varrone in Icesio di Simirne, che per comodità chiameremo Tarzan, inziarono il lungo viaggio verso il Bangladesh, carichi di speranza e gonorrea.
Partenza da Torre Vecchia alle 4:30, pranzo al sacco presso il Parco di Villa Gori alle 22:55, arrivo alle porte di Roma all’alba di 2 giorni dopo(c’era traffico.
Ivi giunti incontrarono l’imperatore Gaio Giulio Vero, detto Massimino. A Digy je parte l’embolo e gli spara il domandone. -Digy: ” ah Mà! ma perchè tutti l’imperatori romani c’avevano nomi artisonanti come Augusto, Cesare, Nerone… e te Massimino?”
L’improvviso sibilare seguito dallo scoppio atomico di un coppino da parte della signorina Tarzan ruppe l’imbarazzante silenzio facendo strisciare per 20 metri Digy con la faccia nell’affilata ghiaia e diede a Massimino il tempo di enunciare con somma magnificenza il suo verbo…
-Massimino:” ce l’avete le chiavi? che qua a na certa se chiude”
***Carmine Marzo***

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CAPITOLO 3: Pollicino

Una volta rialzatosi grondante di sangue, Digy imperterrito rifece la sua imbarazzante domanda, ma questa volta stando attento con la coda dell’occhio al coppino della maestra tarzan.
-Digy: allora??? perchè proprio Massimino???
Massimino a questo punto un pò infastidito e paonazzo in viso rispose dicendo: ”Purtroppo ho una piiiiiccola cosa che non è in media nazionale…pensate che la mia nciurita è pollicino.” Tarzan prese in mano la situazione e per togliere Massimino alias Pollicino disse:
***Mauro Indino***

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CAPITOLO 4: Vero Gay Giulivo

-Tarzan:?”non è un pennello grande che fa un imperatore grande”
e poi disse: “Digy! saluta il Vero Gay Giulivo che è ora di andare”.
Massimino l’ipodotato, folgorato da quelle parole, capì la sua vera natura e per fare festa decise di portarli a casa di Lucillo Virbonio Pestanacaleo, er trans der colosseo.
Passarono prima al foro delle pulci antiche dove comprarono
tuniche a zampa d’elefante e sandali colle zeppe, e poi al grido sfrontato di: “il pipino è mio e me lo gestisco io” arrivarono alla domus chiusa.
Bevvero lu mieru, sniffarono la manna e cantando inni al signore delle Mosche al naso, si persero nelle calde notti delle ottobrate romane
***Barbara Bruni***

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CAPITOLO 5: 2 loschi individui

il giorno seguente i 2 lasciarono i festeggiamenti all’alba delle 15:00 passate da’mpò e ripresero il cammino con il foro(non quello romano) in fiamme.
”sarà stata a sangrìa” disse Tarzy.
”no nunn’è stata a sangrìa!” disse Digy guardandola con aria truce.
dopo qualche ora di cammino dovettero fermarsi e riposare sotto a… .. sotto…. sotto a n’cazzo nun c’era niente… tutta polvere.
-Digy: propio qua ce dovevamo ferma!?
-Tarzan: aoh sta bbono! me bbrucia troppo!
d’improvviso spuntarono dalla polvere come 2 crotali, 2 loschi individui: testa e cracioffa( di cui non posso dirvi il cognome per non cadere in banali volgarità, solo che è uno di quei nomi composti, con una particella in mezzo come… non so… DiMaggio, DeLuigi, DiMinghia…. insomma un cognome del genere).
-Testa: unne sta iennu?
-Digy: -.-’ ma che sta a dì?
-Cracioffa: mi che beddha niiica!
-Tarzan: Me brusciaaa.
-Testa: unne sta ieeeeeeennu!!!!!
-Digy: professoressa secondo voi che lingua parlano codesti individui?
-Tarzan: qua sangria ar peperoncina m’ha sfonnato!
-Cracioffa: venissa cu mmia ca ncia dau iu a sngrìa!
-Testa: ci mettessime d’accodduu? ca se no cca parla ognunu pii cazzi sua e nu sse capisce nna cracioffa!
-Cracioffa: dimme mbare!
-Testa: allora!!! forse ho ignorato il fatto che trovandoci nei pressi di Rroma potevate anche non capire il dialetto siculo…
-Digy: SICULO!( annuisce fiero di aver fatto una battuta intelligente)
sibilo….
scoppio atomico…
solita ghiaia affilata….
-Cracioffa: ma è rrincugghiunitu?
-Testa: mo sicuro! comunque dicevo. Noi siamo Testa e Cracioffa, piacere! veniamo dalla sicilia, siamo viandanti, viandiamo in Bangladesh, in occasione della vendemmia degli Sprughi… voi dove siete diretti?
-Digy: per terra
-Tarzan: anche noi siamo diretti la! guarda te che culo!!!
-Cracioffa: su megghiu le menne.
-Testa: BEENEE!!! allora ci faremo compagnìa durante il viaggio! abbiamo dell’ottima sangrìa!
-Digy e Tarzan insiem: NOOO!!!!!
Digi per la paura svenne e cominciò a sognare: ….
***Carmine Marzo***

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CAPITOLO 6: The Bangladesh Bad Boys

Tra risate…bevute…sniffate di manna ( comunemente chiamata nell’antico slang Bangladeshiano bamba” ) si trovarono in un antico sobborgo in mano ad un gruppo di malavitosi chiamati The Bangladesh bad boys. Facevano parte della famosa e temuterrima east cost bangladeshiana. Digy con il suo solito aplomb escalmò: ”E ci cazzu su quisti????” il folto gruppo di malavitosi simultaneamente si girarono verso di lui. Digy accortosi della sua uscita fuori luogo si diede un cappino da solo anticipando quello della sua maestra tarzan. Con fare minaccioso si avvicinarono; erano vestiti con i classici vestiti del tempo: pantaloni con il cammello basso, canottiera sporca di sugo, catenazze al collo, bandane variopinte in testa e scarpe cu lu fierru. Il capo della banda rivolgendosi verso Digy disse:
***Mauro Indino***

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CAPITOLO 7: Interprete parlamentare

banglavoidesh banglachidesh banglasietedesh????
Digy sgranò gli occhi e fece dei popcorn…
Tarzan forte della sua decennale esperienza come interprete parlamentare dello stato di Nosotrosnuncahablamos decise di tradurre per tutti
Ci stanno chiedendo di tirar fuori i soldi e senza fare storie.
Digy: cosa sono i soldi?
Cozzy Mpepp che passava di li intervenne nella discussione:
Adaver sta desh?
The bad boys guardavano con aria interrogativa la scena…
Bangavogliamodesh bangasolodesh bangaesseredesh bangaamicidesh….!!!
Tarzan atterrita traduce:
ragazzi credo che questa volta il nostro viaggio sia finito, hanno deciso di giustiziarci tutti uno per uno in onore della causa che perseguono da anni in questo paese: la liberalizzazione del bunga bunga bangladeshiano.
-Cracioffa parve interessato.
A questo punto il temerario Digy, finito di mangiare i suoi popcorn e sempre più deciso a non perdersi la vendemmia degli sprughi interviene con una delle sue legendarie parabole risolutrici: la parabola del coyote sinistro.
***Alessandro Marzo***

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CAPITOLO 8: La parabola del coyote sinistro

E dici iniziò: Il primo giorno Dio creò la mucca e disse: “Dovrai andare nei campi con il contadino, soffrire tutto il giorno sotto il sole, figliare in continuazione e farti spremere tutto il latte possibile: ti concedo un’aspettativa di vita di 60 anni”. La mucca rispose: “Una vita così disgraziata me la vuoi far vivere per 60 anni? Guarda, 20 vanno benissimo, tieniti pure gli altri 40?. E così fu.
Il secondo giorno Dio creò il cane e disse: “Dovrai sedere tutto il giorno dietro l’ingresso della casa dell’uomo, abbaiando a chiunque si avvicini. Ti assegno un’aspettativa di vita di 20 anni”. Il cane replicò: “20 anni a rompermi le palle e a romperle agli altri? Guarda, 10 sono più che sufficienti, tieniti pure gli altri”. E così fu.
Il Terzo giorno, Dio creò la scimmia e disse: “Dovrai divertire la gente, fare il pagliaccio ed assumere le espressioni più idiote per farla ridere. Vivrai 20 anni”. La scimmia obiettò: “20 anni a fare il cretino? Mi associo al cane e te ne restituisco 10?. E così fu.
L’ultimo giorno Dio creò il coyote e disse: “Dovrai stare tutto il tempo su una montagna, cacciare, procreare a go go con le coyotesse , entrare nei recinti delle case e mangiare tutti gli animali che ci sono e rompere il cazzo alla gente con il tuo ululululululululululululululululato e ti assegno un’aspettativa di vita di solo 10 anni”. E il coyote disse: “ok!!!” E così fu.
***Mauro Indino***

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CAPITOLO 9: Ristoro

E così nacquero Ernesto ed Evaristo.
Ernesto er coyote destro fratello di Evristo er coyiote sinistro
-Tutti: PICCHIAMOLOOO!!!!
”LE CHIAVI!” urlò allora Digy risvegliandosi sal sogno e portandosi con violenza la mano alla fronte conficcandoci ancora di più un pezzo dell’affilata ghiaia.
Tra una cazzata e l’altra se ne erano scordati.
”E mo come ce tornamo a roma?” disse Tarzy
– Digy: e che ne sò sei tu che sei voluta andare alla festa, se semo mbriacati e me so scordato! e poi io c’ho fame!
-Tarzy: te credo è da quanno so iniziate le nostre avventure che l’autori nun parlano de come ci saremmo nutriti durante il viaggio!
-Digy: Beh!!! ALLORA FORSE SAREBBE IL CASO DI PARLARNE!!!! ‘:/
-Autori: calma ragazzi, siete solo il futtto delle nostre menti malate… perchè dovreste aver bisogno di nutrirvi?
-Tarzan Digy Testa e Cracioffa insiem: TE CE MANNAMO MO O PIÙ TARDI?
-Autori: ok va bene… -__-’
Così i quattro ripresero il cammino alla ricerca di un posto dove cercare ristoro. Dopo qualche miglio arrivarono presso una cascina in montagna nei pressi di L’Aquila, allora nota con il nome di Pulcinia.
***Carmine Marzo***

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CAPITOLO 10: La famiglia Hulk

Pensavano di poter degustare dei tipici piatti del luogo, ma si accorsero che c’era qualcosa di strano. Si sedettero ad un tavolo e si avvicinò il titolare della cascina. Si chiamava Umberto Meneghin Franceschin Misultin detto il trota. Aveva una maglietta con scritto “ROMA LADRONA” e dietro “AL DI SOTTO DEL PO SONO TUTTI TERRONI”. Il menù comprendeva: Casoncelli della bergamasca, salama da sugo, strozza terroni allo zafferano e la famosa polenta e osei. Digy non conoscendo questi piatti chiese: ” Scusi mi potrebbe portare un piatto di orecchiette alle cime di rapa???” Sul viso del signor trota inizio a gonfiarsi e a pulsare un grossa vena. Iniziò ad urlare e a dire parole che Digy e la maestra Tarzan non capivano, più che delle parole sembrava un grugnito. In men che non si dica vennero accerchiati da un gruppo di uomini muscolosi tutti vestiti di verde. Digy scoppiano in una sonora risata disse: ”E questi chi cazzo sono??? la famiglia Hulk???” Questi bestioni presero dei randelli e cacciarono Digy e la sua compagnia fuori dalla cascina. Vagando per le vie di quel piccolo paesino decisero di andare a prendere qualcosa da mangiare in un piccolo mini-market il cui proprietario era un certo Apu Nahasapeemapetilon.
***Mauro Indino***

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CAPITOLO 11: Mortificato

Apu accolse i viandanti a braccia aperte, in quella zona era piuttosto raro incontrare facce nuove figuriamoci persone intere.
-”Benvenuti in mia casa!
Potete mangiare tutto quello che volete fino a scoppiare e pagherete solo quello che riuscirete a mangiare!”
A tutti parve una offerta da non perdere e si gettarono a capofitto sui piatti. La tavola era apparecchiata con ogni ben di Dio, c’erano:
involtini arrotolati di cerbiatto orbo;
catarroni di lepre somala;
gabinetti di ceramica;
armadillo nano del bengala stufato;
lama del missouri annoiato;
frango!
e saltelli di lepre a primavera.
Tarzan sembrava meditabonda e Digy cercò di addentarla (non conosceva il significato della parola).
Tarzan lo schivò con un saltello di lepre ma Digy lo prese al volo e lo ingoiò intero.
Apu nel frattempo nascosto nella penombra del bancone preparava una pozione magica da servire ai 4 sfortunati viandanti.
Nell’angolo più nascosto della locanda un uomo alto, vestito con un lungo abito nero, dallo sguardo arcigno e l’orecchio alla cicogna, di cui nessuno aveva ancora notato la presenza si alzò in piedi e disse ad alta voce:
“gente state in guardia, delle forze oscure tramano contro di voi!”
la comitiva continuò a non notarne la presenza e il tizio sedette mortificato.
***Alessandro Marzo***

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CAPITOLO 12: Il beverone di Apu

” vi ho preparato il beveroonee!” esclamò apù sculettando e con una vocina effeminata.
Tutti lo guardarono alzando il sopracciglio.
-Apu: questo lo offre la casa!
-Tarzan: la ringraziamo signor Apu.
-Apu: prego, chiamatemi pure signor Nahasapeemapetilon!
-Tarzan: sssssse! -__-’. Cosa c’è nel beverone signor Apu? sa sono allergica all’ipocloroidato di mannosio acetilacilcarbonioso non vorrei riempirmi tutta di pustole nell’interno chiappe.
-Apu: Quale pozione magica!? tu accusa me?! sporchi yankees razzisti! c’avete solo la nebbia!
-Cracioffa: iu nnu bicchieri mu gnuttu!
Cracioffa si calò la brocca sana sana.
tutti lo gurdarono stupiti in attesa che accadesse qualcosa…
… … … … nnu cazzu. Ha NO!!… … … … nenti.
Vabbè decisero allora di farsi preparare da Abu dell’altro beverone, scusandosi per aver dubitato di lui.
-Apu a mezza bocca: sti 4 nfamoni m’hanno finito tutte le caccole di ristofante trifolate! mo ve conzu ieu!
apu portò in tavola l’altro beverone, ma propio in quell’istante Cracioffa deflagrò in una flatulenza alle caccole di ristofante trifolato che fece ondeggiare l’aere in una nebbia di stordimento generale.
Il losco individuo a quel punto si alzò puntandogli il dito contro.
-Losco Individuo: vi avevo avvertiti stranieri! E voi avete avuto la sfacciataggine di ignorarmi! Ora avrete la fine che meritate!
Fù allora che i nostri amici notarono per la prima voltà il Losco Individuo… e con grande stupore, lo riconobbero. Era Darth Fener
***Carmine Marzo***

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CAPITOLO 13: Darth Fener

Si…era proprio lui…il cattivo Darth Fener il signore oscuro dei Sith. Digy dopo il primo momento di stupore esclamò:”CAZZO FIGATA!!!!”
Darth che per gli amici chiamato fart ( a causa delle sue rumorose e maleodoranti flatulenze ) disse:” Si sono il signore della forza oscura”
Digy continuò. ” E tu che ci fai qui in questo piccolo paesino di montagna???”
Fart sbuffando rispose:” Devo cambiare l’olio e far rettificare i freni della mia astronave e devo fare il collaudo ca se me fermene su cazzi!!! Voi invece dove siete diretti???”
Digy:” Sta sciamu in Bangladesh…cu ne sguariamu nu pocu, ma ora dobbiamo proprio andare CA SA FATTA NA CERTA, ciao Fart e che la forza sia con te!!!”
Fart molto mestamente rispose:” Lu piccione de mammata…chiru é Luke Skywalker no ieu” e mostrando il dito medio si risedette sulla sedia.
Salutato Nahasapeemapetilon uscirono e si rimisero in viaggio. Una volta usciti Tarzan propose di trovare un posto sicuro per dormire aspettando che faccia luce.
***Mauro Indino***

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CAPITOLO 14: Giam Pavcravzio Eufigene De Pandis Fidelio

Ma ahimè,il beverone di Apu fa un brutto effetto tant’è che i nostri dormono di un sonno profondo e comatoso per7 di e 7 notti, soltanto all’alba dell’ottavo giorno riescono a svegliarsi per colpa di un peto emesso dalle natiche di Tarzy( erano i postumi della sangria).
-Digy: mamma mia che tanfo…a professò ma che te sei magnata?!?
-Tarzy: eh…a colazione un bradipo a pranzo un panino e adesso?!? non ci vedo più dalla fame -.-’
-Digy: ho capito! mi immolo per la patria, vado a cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Voi aspettatemi qui, e se dovesse succedere qualcosa mandatemi un messaggio di fumo…il cellulare qui non prende!!!
E così Digy cammina cammina, si ritrova in una selva oscura, che la diritta via era smarrita; e in un cantuccio, accoccolato sotto un ramo di nespolo vede un omino vestito di rosso che stava fumando la pipa, con una grande proboscide al posto del naso e due enormi orecchie da elefante.
Digy appena lo vede esclama:
-Digy: Dumbooo!!!
‘-Omino rosso:ma quale Dumbo e Dumbo aaahò, calmino bimbè…io esseve Giam Pavcravzio Eufigene De Pandis Fidelio, ma tu puoi chiamavmi Vocco.
-Digy: sssaaaangu al nome, mamma tua doveva avere una bella fantasia…
-Vocco: sisisi lasciamo pevdeve…so che sei divetto con i tuoi amici in Bangladesh…ebbene, il caso ha voluto che io sia l’unico che conosce la stvada che conduce fin lì.Pevò pvima devo vedeve se il tuo animo è puvo…Ascoltami bene mio amico pervchè pavlevò una volta soltanto.devi povtavmi un pelo di un mufflone dall’unghia incavnita…bada pevò che l’animale sia di colore vosso fulvo, che abbia gli occhi celestino vosa pallido e che si chiami Fulgenzio…soltanto quando mi avvai povtato il pelo io di tivò la stvada pev il Bangladesh…
***Francesca Casciaro***

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CAPITOLO 15: Le ricerche

Digy era perplesso miriadi di pensieri affollavano la sua mente e ogni tanto gli capitava anche di pensare alla sua missione. Interrogativi strazianti sgretolavano la sua autostima: che cazz’è un mufflone? e che colore è vosso fulvo? Si guardava attorno, vedeva solo dei quadrupedi dalle corna muschiate arrampicarsi su per le rocce dei vasti canyon pescaresi ma il colore di quegli animali lo conosceva bene: erano tutti blu pistacchio!!! nessun vosso, nessun fulvo. Decise di chiedere aiuto alla Maca la grande Maca Columpia ma qualcuno l’aveva preceduto e la maca stanca era scappata con il somaro mannaro dopo una breve storia con un cavallo goloso. Digy pareva aver esaurito le sue risorse, stava per arrendersi al fato quando una idea illuminò la sua mente!!!
-La mente: MMMMMMMMMMHHHHHHH!!!! 5 minuti!!!!
Digy salutò il fato…
-Il fato: ZZZAO VELLO!!!…
e corse a perdifiato fino all’accampamento per chiamare a raccolta gli altri e organizzare le ricerche del mufflone vosso fulvo dall’unghia incavnita.Tu Tarzan controlla le liane.Voi Testa e Cracioffa controllate l’acquario.Tu darth fener controlla tutto l’universo…
-Darth: ekkekkazzo kill l’acquario e io tutto l’universo!!!
-Digy:Io controllerò nella Sacra grotta dei 47 ronin in fila per tre col resto di due…Testa si contava le dita perplesso… sissi è giusto!
***Alessandro Marzo***

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CAPITOLO 16: Ognuno il suo

Fatto ognuno il suo senza aver concluso una cracioffa
-Cracioffa: dimme mpare!
***Carmine Marzo***

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CAPITOLO 17: L’acqua calda

Digy ricevette sul cellulare un messaggio dalla Maca Columpia che diceva: ” Caro Digy, non mi hai trovata a casa perchè ho vinto un viaggio per aver comprato un set di scope volanti!!!! Ma veniamo al dunque…tu non lo sai ma io sono tua madrina di battesimo e visto che ti voglio bene, ti darò alcune delucidazioni a proposito del mufflone Fulgenzio, dall’unghia incarnita e dal pelo rosso fulvo. Codesto animale è un quadrupede ma all’occorrenza è anche un volatile. Vive solitamente negli anfratti dalle grotte ad una temperatura di 36-37 ° centigradi. é originario della Patagonia-Tapioca Inferiore, però ogni tanto si sposta fina all’Ulzeghistan Orientale. Ultimamente è stato avvistato anche nella Foresta degli Ossimori, li a Pescara…Riconoscerai Fulgenzio dal suo incedere strascicante e dal suo bestemmiare urticante!!! sai è per via dell’unghia incarnita, prima di partire ha dimenticato di fare la pedicure…Vabbè baci baci :* tua Maca”
– Digy: Tarzyyy?!? Che c’hai limetta- tronchesina- acetone e smalto??? me sa che ce tocca fà à pedicure ar mostro!!!
-Darth: Darth chiama torre di controllo…mi sentire?!?…sul pianeta Orion XP Wii Windows Vista ho trovato alcune notizie sul mufflone Fulgenzio, pare che per avere un suo pelo bisogna fargli la pedicure!!!”Il gruppo: ma va?!? hai fatto la scoperta dell’acqua calda…Darth: davvero?!? oddiooo…riceverò il premio nobel…comunque pare che il suo pus ungueale sia altamente corrosivo e provochi anche pustole repellenti all’interno dei bulbi oculare… IO??? ME NE LAVO LE MANI…TANTO HO SCOPERTO ANCHE L’ACQUA CALDA!!!
***Francesca Casciaro***

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CAPITOLO 18: La foresta degli ossimori

Presero tutti coraggio e partirono alla ricerca del muflone…ultimo avvistamento nella foresta degli Ossimori. La foresta, fortunatamente, era vicina e la strada era molto semplice…ci misero solo 518400 secondi…CIRCA. Entrati nella foresta rimasero a bocca aperta, poi la richiusero…questa era popolata da creature che avevano dell’incredibile…scimmie a 2 teste…teste a 2 scimmie…cammelli con una sola gobba…gatti con 7 vite…lupi vestiti da nonne…incroci tra una mucca e un porco ( la famosa porcavacca )… ecc ecc ecc. La comitiva piena di paura continuava ad addentrarsi imperterrita sempre più nella fitta vegetazione. Stanchi dal lungo viaggio di 518400 secondi decisero di sedersi accendere un fuoco per riposare le loro stanche membra e rifocillarsi con le provviste che avevano preso da Apu. Presero una canadese che passava di li e la montarono…la montarono proprio tutti. Nel cuore della notte vennero svegliati da un verso stranissimo:”OIRGJERGGGJRJVVVMVMVMVMVERIRIRIRRIIGIUYUYUYU!!!!!”Digy girandosi dall’altra parte disse: ”mmmmhh…ancora 5 minuti”
***Mauro Indino***

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CAPITOLO 19: Santiago

Era la suoneria del cellulare di Digi…
-Testa: ma che cracioffa di suonerìa
-Cracioffa: Dimme mpare.
Digy rispose, era di nuovo la maca Columpia.
-Columpia: Digi mio mi devi scusare sa, co lla menopausa me so rincoionita, nella foresta non troverete nulla, dovete Attraversare il mare e giungere sulla costa croata.
-Tutti: Sta grandissima fia de madre ignota!!!
-Columpia: sulla costa oltre ai leoni incontrerete i croati che potranno aiutarvi a trovare fulgenzio, sarà l’uomo che sogna i leoni a condurvi fin li.
Cosi i 5 sfigati decisero di aspettare che faccia luce.
Ma intanto qualcosa stava cambiando, la magia oscura di Apu
non aveva ancora concluso i suoi effetti.
Uno spazio varco temporale… un tempo spazio vascolare, un vasco tempo spazzolare… COME CAVOLO SI DICE!!???
-CRACIOFFA: Un varco spazio-temporale! Critinu!!
Tutti guardarno stupiti Cracioffa che scoreggiò e si girò dall’altra parte.
Vabbè insomma un varco spazio-temporale si aprì sulle loro teste e i 5( nel frattanto darth fener si era aggiunto alla comitiva, l’astronave gli era stata confischiata dalla finanza interspaziale che aveva scoperto il suo traffico illecito di filo interdentale dal pianeta Tartaria dove cresciva un tipo di vermi che producieva escrementi filamentosi simili a nylon.)
si ritrovarono catapultati qualche chilometro più in la, sulle colline teatine in un tempo ben lontano dal secondo secolo d.C.
-Carmine: cu tanti posti e tanti tempi propiu a casa mia!?
-tutti (come al solito): Paga na cosa! dai cazzo paga na cosa! paga na cooooosaaaa! o carmine paga na coooosaaa!!
Dopo avermi finito le provviste -.- e aver scoperto che testa e cracioffa in realtà sono i 2 pesciolini del mio coinquilino siciliano l’effetto della pozione svanì magicamente.
La spilorciaggineria di Apu lo aveva portato a lesinare sulle caccole di ristofante trifolate che lui adorava anche mettere nella salsa di alga ghuam per dare quel pizzico di sapore in più.
Così i 5 amici dopo giorni di cammino giunsero nuovamente a Pescara e gli si parò davanti il mare,il quale una volta capito che gli stranieri non avevano cattive intenzioni abbassò la guardia.
EEHhh! e mmo?! gli serviva certamente una barca!
Ma i cinque sfortunati non ce l’ avevano e decisero di attraversarlo a piedi(non sapevano cosa fosse il mare)
Arrivati con l’acqua alla gola decisero già che c’erano di fare dei gargarismi… gggrrraaaahhhh ggrrrrhhhhooooo!!!!
Furono tirati a bordo da un vecchio pescatore che li guardava stupiti. Il vecchio pescatore reggeva in mano una grossa lenza e la barca pareva muoversi da sola…. era il vecchio Santiago… (protagonista di “il vecchio e il mare” di Hemingway)
Il vecchio Santiago con la mano libera schiaffeggiò masochistamente o.O? il giovane Digy facendolo riprendere.’
”dobbiamo trovare un pelo di mufflone fulgenzio dall’ unghia incarnita di colore rosso fulvo e con gli occhi celestino rosa pallido se vogliamo che il brucaliffo ci indichi la strada!!!!”-Omino rosso (dal sogno): se vabbè, chist’ è rintrunat.
-Tarzy: ah Dì!!! ma la smetti de fatte le canne?!
Ripresi dallo sballottamento i nostri amici fecero le dovute presentazioni.
-Tarzy: grazie per averci tirato a bordo buon uomo.
-Santiago: mi serviva solo della zavorra a bordo per far stancare sta minghia de pisce e poi son 2 giorni che sto in mare a parlare da solo e a farmi trascinare la barca dal marlin.
A quel punto notarono che il vecchio santiago reggeva con una mano una grossa lenza che passava dietro la schiena per fare resistenza.
La schiena del vecchio era piena di piaghe dovute all’incessante sfregare della lenza sulla sua schiena e tutto quello che faceva lo faceva con la mano libera.
Intanto la barca continuava ad andare per i cazzi suoi trascinata dall’instancabile gigantesco marlin e i nostri 5 amici speravano solo in una botta di culo.
Intanto le ombre cominciavano ad allungarsi, così decisero di allungarsi anche loro abbandonandosi tra le braccia di Morfeo, il quale fece loro una proposta.
-Morfeo: caramella alla menta vi svegliate e non rompete il cazzo per un po’ che state sempre a dormì, SUPPOSTONE NERO continuate a dormire.
Si risvegliarono tutti immediatamente con un piacevole alito fresco di menta. Intanto il vecchio sognava i leoni O.o’?
***Carmine Marzo***

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CAPITOLO 20: Le sirene

Santiago invece pare avesse gradito il suppostone e se la dormiva beato. Aveva mollato la lenza, il marlin era scappato e i remi su quella barca non c’erano perchè Santiago l’aveva comprata di seconda mano da Camilleri (se non la capite poi ve la spiego).
La barca andava alla deriva, trascinata da correnti e sospinta dai venti.
Il silenzio che durava ormai da giorni fu improvvisamente interrotto da soavi voci femminili che intonavano canti ipnotici.
Digy: “le sirene!!!”
Testa: “Presto Cracioffa nascondi la manna!!!”
La barca si avvicinò lentamente, sulle vicine rocce splendide donne seminude ammiccavano e lanciavano sguardi pieni di desiderio. Digy cercava un palo a cui farsi legare ma era una barca a remi, il fato gli propose il suo aiuto ma egli rifiutò.
Testa guardava stupito Cracioffa: “ma a te non ti fanno nessun effetto?”
Creacioffa: “io MENNE futtu… ehm scusa… lapsus freudiano si chiama!”.
A Darth Fener gli si era allungata la spada. Santiago cercava di contattare Morfeo per sapere se per caso aveva anche delle pasticchette blu e Tarzy comentava: mh, però quella lì ha un po di cellulite sulla pinna…
***Alessandro Marzo***

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CAPITOLO 21: Non dirgli mai

Il gruppetto, trasportato dalla barca senza remi…senza pali…senza marlin…senza nenzi…si trovò quindi presso le isole di Scilla e Cariddi.
Il canto delle sirene era ipnotico…così ipnotico che Giucas Casella era un pivello a confronto.
Le sirene, con il loro canto soave, cercavano di attirare i malcapitati verso di loro.
Tarzan, l’unica a non essere stata incantata, doveva trovare una soluzione per far svegliare l’allegra compagnia da questo incantamento. Prima iniziò a tirare i suoi famosi coppini a destra e manca…e ciò che manca a manca…non manca a destra…ma risultarono inefficaci. Decise, dopo vari tentativi andati a male, di provare a rispondere al canto delle sirene cantando anche lei.
Si schiarì la gola ed inizio: ”Il ritmo del 2000 è adrenalina pura…è un ritmo da paura e passo a..nuotare annegare nuotare nuotare nuota nuotare affondare nuotare nuotare l’onda nuotare annegare nuotare annegare nega nuotare affondare nuotare nuotare l’onda…e sto ad imprecare la realtà volerla trasformare qua in…un ritmo pa’ bailar un ritmo pa’ gozar mi ritmo pa’ bailar un ritmo pa’ bailar un ritmo pa’ gozar mi ritmo pa’ baila”
Ma tutto questo risultò vano…ma con un lampo di genio le venne in mente una canzone che riuscirebbe a far risvegliare i morti…a risvegliarli dallo schifo…
Dopo un lungo respiro intonò:”Non dirgli mai che siamo stati a letto per un giorno intero e la paura di quel temporale come ci stringeva le nostri liti sui capelli e gli occhi immaginando un figlio tu disegnavi pure il suo profilo e poi strappavi il foglio.”
Il gruppetto si svegliò di soprassalto ed iniziò a picchiare la maestra.Tra pugni e calci riuscirono a scampare dalle grinfie delle sirene e poterono così continuare il loro viaggio alla ricerca del pelo del mufflone fulgenzio sall’unghia incarnita di colore rosso fulvo e con gli occhi celestino rosa pallido.
***Mauro Indino***

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CAPITOLO 22: Sulle coste croate

intanto la tensione aveva dato vita ai primi diverbi.-testa: vecchiu rincugghiunitu! cu pensi allu suppostone niuru hai persu lu pisce!-cracioffa: e mo come miinghia nci arriviamu in croazia ah!?Santiago con gli occhi colmi di lacrime e di …comprensione fraterna pose le dure mani sulle nuche dei due ragazzi valutando la violenza necessaria affinchè i 2 cranei urtandosi potessero frantumarsi a vicenda.Ma propio mentre si trovava così con entrambe le mani occupate, fu colto da un fastidiosissimo prurito intimo.”aaah se ci fosse con me il ragazzo ora” pensò il vecchio Santiago.A risolvere il problema fu la lenza, che improvvisamente prese a scorrergli tra le chiappe.Il grosso pesce non era scappato, aveva solo gradito anche lui la proposta di Morfeo e ora aveva ripreso a correre più che mai, come se avesse il pepe nero al culo.(in realtà non era il pepe)In men che non si dica la barca circumnavigò l’Italia e giunsero finalmente sulla cosata croata.Sul lungo mare stavano ad attenderli degli uomini baffuti.Testa e cracioffa si fecero avanti.”non ve preoccupasse, sappiamo noi come trattare co sta ggente”
-Testa:”buonasera a lorsignori”
-Croato:” baciamo le mani”
-Testa:”che piccaso avete visto fulgenzio?”
-Croato:”niente vidi e nienti sacciu”Cracioffa tira fuori dal calzino una stecca di sigarette di contrabbando e la porge al croato.
-Croato:”elu”(e indica un punto sulle loro teste)
-Testa:”bravu picciottu”
Fulgenzio svolazzava sulle loro teste beatamente gustandosi la scena.
-Fart:”inghia complimenti! bell’affatone… e ora che ci fumiamo i rremi?”
Ad un certo puanto il pesce spada salta fuori dall’acqua e sradica via gli arti inferiori di fulgenzio che cade a terra in preda ad atroci spasmi di dolore.Intanto Digy che stava accorrendo tutto felice con smalto acetone e tronchesina,giustamente, ci rimane di cazzo!Così decide di dare una svolta alla sua vita e comincia a farsi i colpi di sole.Allora Fart che gia se li stava scartavetrando da un pò strappa via le extensions al moribondo Fulgenzio e invoca l’apparizione di Giam Pavcravzio Eufigene De Pandis Fidelio detto Vocco, ovvero l’omino rosso.
***Carmine Marzo***

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CAPITOLO 23: Indicazioni

Nubi scure offuscano il cielo croato, tuoni poderosi, migliaia di corvi cadono a terra privi di senso e si decompongono in pochi istanti, un fetore nauseabondo invade l’aere…Cracioffa: ”scusate…”Da dietro un cespuglio sbuca l’omino rosso con in bocca un “sucababy”.Fart prende la parola:ecco a te la fulva fiera, ecco a te lo puntito pesce con in pancia li inferiori arti, ora montateli da solo…(in regalo anche una confezione di Köttbullar surgelate) e sbrigati immondo nano! indicaci la via per lo Bangladesh! Omino: il Bangladesh è lontano 3458 leghe, in divezione NOvD NOvD-EST. Leggeve foschie, vassevenamenti in mattinata.Seguite il sentievo che covve tva queste montagne… se viuscivete ad acchiappavlo vi conduvvà dvitto al confine tva l’Ulzeghistan Ovientale e il Bangladesh. Ma tenete gli occhi bene apevti potveste incontvave Nazzocoglio il gigante pevmaloso che vive pvopvio lungo questo confine messo li da Caldevoni a contvollo del flusso di immigvati clandestini. Se doveste incontvavlo solo una cosa potvà salvavvi: dovvete vipeteve il suo nome il più velocemente possibile pevchè capisca che conoscete la lingua e non siete quindi stvanievi in cevca di fovtuna.Vi auguvo buon viaggio. Ma ova consentitemi una domanda:Cosa cevcate in Bangladesh? ” Nubi scure offuscano il cielo croato, tuoni poderosi, migliaia…Tarzy: Ah Cracio’ e mo basta pero!!!Fart: grazie malefico nano! ora muovi lesto li corti arti e shcaloppa come un shtambecco via da qui.Omino: ma di un po, ma che te sto sur cazzo? no pe sape’!Scomparso dietro il cespuglio l’immondo nano e vista l’ora tarda, la compagnià si raduna sotto un salice piangente per trascorrervi la notte.Testa: non sarà un po troppo umido li sotto?Un pinguino sui pattini passando a grande velocità lo sberleggia e scompare.
***Alessandro Marzo***

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CAPITOLO 24: Rey

Ricevute le giuste indicazioni dall’omino misero le gambe in spalla ( deve proprio far male ) e si inoltrarono nella fitta fottuta notte alla ricerca del sentiero indicato loro. Il percorso per arrivare era molto complicato e Cracioffa disse: ”Caspita!!! ci vorrebbe una cartina” e subito Digy portandosi la mano sulla fronte esclamò: ”Cazzooooooooooo…..mi son dimenticato di passare dal tabacchinoooo!!!!!!”Ad un certo punto si trovarono ad un bivio vicino al quale c’era un personaggio un pò misterioso con una maschera e a torso nudo con un tatuaggio sul basso ventre con scritto 619….era rey mysterio ( ecco perchè era tanto misterioso )Tarzan si avvicinò al misterioso mysterio e scandendo le parole disse: ” Schiusi…p-a-r-l-a -l-a n-o-s-t-r-a -l-i-n-g-u-a???Rey squadrò dalla testa ai piedi tarzan,ma non rispose…poi fece ritornare tarzan normale.Tarzan:” Noio… volevam… volevàn savoir… l’indiriss…ja..noi vogliamo sapere, per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare. Sa, è una semplice informazione”Rey striangolò tarzan e con voce cupa rispose:” Io so tutto di voi…so della vostra avventura verso il Bangladesh…ma per poter andare oltre dovete superare una prova…uuuahahahahahah ( risata malefica )…dovete risolvere un enigma” prese fiato, era li vicino a lui, e disse ” Per poter andare oltre dovete risolvere un piccolo indovinello: “”se una gallina e mezza fa un uovo e mezzo in un giorno e mezzo, quante uova fanno tre galline in tre giorni?””” e rimise al suo posto fiato.
***Mauro Indino***

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CAPITOLO 25: Stiamo davanti!

Cracioffa che fio ad allora si era rivelato il più acuto del gruppo si fece avanti ed iniziò una lunga dissertazione sulle equazioni diffrazionate, integrali sub-quantificabili, quark, nano-logaritmi nucleari…1 giorno e mezzo dopo Cracioffa smise improvvisamente di dissertare.
Testa: “Cracio’ te preferisco quanno scureggi.
Gesto di assenso da perte di tutta la comitiva.”
Ray: “in alternativa mi potete pagare un’oretta con LUCILLO VIRBONIO PESTANACALEO er trans der colosseo…”
Coro: “e nun lo potevi di prima!!!???”
Intanto Digy tornando dalla pisciatina che era riuscito a trattenere per 1 giorno, 11 ore e 55 minuti chiese come era finita la dissertazione di Cracioffa.
Un cuppino fotonico si abbattè sul vangareddhro di Digy proprio nel punto in cui l’affilata ghiaia si era insinuata più tenacemente di modo che i denti delle arcate superiore e inferiore ritornarono da dove erano spuntati e le gengive si rimarginarono istantaneamente.
Ray raccolti i soldi per la sua ora di felicità rivelò finalmente le preziose informazioni che così ostinatamente aveva fino ad allora celato:
“Il sentiero non esiste. Questi soldi in realtà serviranno a pagare un’ora di amore del malefico nano per il quale io lavoro e che ha organizzato tutto questo. Uuuahahahahahah!!!”
Fart girò lentamente su se stesso voltando le spalle alla comitiva, inspirò profondamente, discostò lateralmente il mantello, poggiò le mani sulle ginocchia e allargò le spalle.
Si udì un tenue rumore di fondo che sembrava provenire da chilometri di distanza, il rumore si fece sempre più distinto, insistente, pesante, vicino, roboante, divenne un frastuono che pian piano si fece assordante, le orecchie dei nostri eroi iniziarono a sanguinare, il cuppino di tarzy iniziò a vibrare di quelle stesse vibrazioni che a Digy stavano facendo rispuntare i denti… finchè dal culo di Fart si sprigiono un’onda d’urto paragonabile forse solo a quella sviluppata dall’asteroide che 60 milioni di anni prima era stata responsabile dell’estinzione dei lucertoloni. Tale violenta esplosione di energia investì in pieno Ray Mysterio il quale cadde sulla schiena iniziò lentamente a strisciare sulla affilata ghiaia. La sua velocità di strisciamento aumentò in maniera esponenziale finchè Ray divenne solo un lontano puntino fumoso all’orizzonte ma, svanito la scia di polvere apparve chiaro il tanto agognato sentiero. In un modo o nell’altro Ray aveva mantenuto la sua promessa e, suo malgrado, aveva indicato ai nostri amici la strada da seguire.
Fart si ricompose, fece un’ultima puzzetta e si incamminò sul neonato sentiero seguito dagli sguardi increduli degli altri: “Seguitemi.”
Coro: “No, No!!! Stiamo davanti!”
***Alessandro Marzo***

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CAPITOLO 26: Il battesimo

”Ho detto di seguirmi perdioooo!” disse il timido Fart. In realtà stava continuando a fare il duro per evitare che qualcuno facesse commenti stupidi riguardo l’onda sprigionata dal suo candido deretano plasticoso. Dopo due minuti di silenz…io imbarazzante, di respiri affannosi con tanto di mano occupate cercando di tappare il naso (la puzzetta finale aveva, sì, avuto un rumore meno assordante ma aveva ben altre caratteristiche chimico-fisiche con valori astronimici…) Fart si rese conto che sarebbe stato un viaggio di merda e quindi chiese a Digy: “Mi scusi, oh giovane erudito, ma dopo tutto quello che abbiamo passato, non saremo mica in ritardo una volta arrivati in Bangladesh?
Attimi di terrore…
Cracioffa intervenne: “Eh? Eh? Eh? Digy, nci voi rispunnere o no?
E in quel momento a tutti sembrò che Cracioffa avesse una coppola in testa, una sigaro in una mano e una spranga nell’altra.
Digy: “Io sento che tutto sta seguendo il suo corso e che noi siamo in perfetto anticipo rispetto alla tabella di marcia che mi ero prefissato. Noi saremo puntuali per la vendemmia e, si sa, la puntualità è la cortesia dei re. E tu, stolto e razionale plebeo, non sei certo fatto di questa pasta.
Cracioffa: “Già proprio così, io non sono un re! Lo sapevo anche io, io sono un buffone e il mio scopo è far ridere la gente ma almeno io credo in Dio, anche se devo dire che ultimamente qualche dubbio ce l’ho avuto. E invece tu fai lo splendido, pensi di essere al di sopra di tutti, forse anche al di sopra di Dio. E’ arrivato il professorone di sto cazzo!
E poi così a bruciapelo Testa disse: “Dio non esiste” e bestemmiò.
Fu allora che la vera professoressa con aria filosofica sollevò il dito e rispose: “Dice lo stolto in cuor suo: Dio non esiste”. Testa, trovandosi lì, non sapendo nè leggere e nè scrivere, cadde ai suoi piedi e gridò: “Credo! E voglio avere il battesimo!
Così fu battezzato in una pozza d’acqua, Fart fu il padrino e Tarzan stessa la madrina…
***Gianluca Panico***

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CAPITOLO 27: Vado a caccia

Finito il sermone passarono al tonno.
Durante il pasto Digy sembrava pensieroso: quello che Fart aveva insinuato non era poi così lontano dalla realtà. Gli Sprughi erano estremamente puntuali per la loro vendemmia ed era risaputo che il bianco in brick andava a ruba ed era quindi il primo a finire. Si guardò attorno, scrutò uno ad uno i volti dei suoi compagni di viaggio:
Tarzan si tagliava le unghie dei piedi, Testa e cracioffa si strappavano a vicenda i peli delle gambe ed alternavano smorfie di dolore a ludiche risate, Il signor Fener si ricuciva il fondo dei pantaloni. Provò improvvisamente affetto per quelli che erano i suoi compagni di viaggio, i suoi amici o forse… la sua nuova famiglia…
Pensava questo Digy quando una cuppinata da 350 CV gli si schiantò sulla cuteddhra provocando l’esplosione dei capillari del naso, una nuvola di color rosso-bruno si addensò nell’aria e posandosì lentamente sull’affilata ghiaia diede forma all’immagine di padre Pio.
Tarzan:”Figlio di una escort! Ti sei finito tutto il tonno e adesso noi che minchia ci mangiamo?”
Un fagiano che razzolava li vicino sentì un brivido lungo il collo e prese il volo.
Digy mortificato si scusò e alzandosi in piedi e infilando il coltello d’osso nella cintura proclamò: “Vado a caccia. Voi aspettate qui.”
Passati circa 3 minuti e mezzo dai cespugli apparirono 2 uomini dalla pelle scurissima, dal corpo tatuato, con piccoli ossi appuntiti infilati in molti degli angoli del proprio corpo e che portavano pestanache cave come copertura dei propri peni.
I due portavano sulle spalle un grosso bastone al quale era legato mani e piedi, privo di sensi e con la lingua fuori dalla bocca penzolante da un lato, Digy.
Uomini neri in coro: “Banglacrediamodesh banglachedesh banglaquestodesh banglavidesh banglaappartienedesh.”
I 4 sussultarono. Conoscevano quella lingua!!! L’avevano già ascoltata!!!
Tarzan si fece avanti: “In qualità di interprete parlamentare dello stato di NosotrosNuncaHablamos…”
Fart le si fece vicino, prese la mira, spuzzettò. La prof cadde priva di sensi.
Cracioffa: banglachidesh banglasietedesh banglaedesh bangladadesh bangladovedesh banglavenitedesh?
Gli altri guardarono esterrefatti Cracioffa.
Testa: “E dda ddove minchia la tiri fuori tutta questa cultura mbare???”
Cracioffa: “Facile è mbare. Basta levare bangla e desh e resta la parola giusta…”
Autore1: “Qualcuno di voi ha spiegato a Cracioffa sta cosa?”
Autori 2, 3, 4, 5: “No!!!”
Autore1: “Regà qualcuno qua ha cantato!”
Autore4: “Magari l’ha trovato su Wikipedia.”
I due uomini neri si guardarono e parlarono: “banglaveniamodesh bangladaldesh bangladesh banglaadesh bangla7desh banglaleghedesh bangladadesh banglaquidesh.”
Discusero a lungo su quale fosse la strada migliore da seguire per giungere a destinazione cercando di evitare Nazzocoglio e sfruttarono i due indigeni per captare il maggior numero di informazioni dai due indigeni e gli ciularono anche un po di selvaggina (c’era anche il fagiano).
Bevvero e si addormentarono sollevati dal cibo e dal fortunato incontro.
***Alessandro Marzo***

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CAPITOLO 28: Angy

Dopo il sonno e il pasto ristoratore, i due vatussi invitarono l’allegra brigata a visitare il loro villaggio; questo si trovava in una radura delimitata da ettari ed ettari di canne di bambù…tutto lì era stato edificato con quel vegetale: le case erano di bambù, le strade erano di bambù, le sedie di bambù, le televisioni di bambù…i bambùini guardavano perfino il cartone animato di Bambù ( una specie di cerbiatto che pare popolasse quei luoghi).
Non appena Tarzi entrò nel villaggio rimase estasiata da ciò che le si parò dinanzi agli occhi, e alla prima taverna che trovò nei parages si imbucò al ritmo di maracaibo: non aveva mai visto così tanti uomini di colore così dotati…e poi si sa, la carne è carne ed era dall’inizio del viaggio che la nostra fanciulla non consumava. Quindi Tarzi di do il permesso di trastullarti un pò ma bada: prima che scocchi la mezzanotte torna qui, altrimenti la tua carrozza si trasformerà in zucca e…ops…quella era un’altra storia, dov’eravamo? ah già…le presentazioni…
I due uomini si presentarono ai nostri con il nome di Banglasabatodesh e Banglalunedìdesh, la sorella Bangladomenicadesh era morta dopo aver mangiato una banaba avariata.
Banglasabatodesh diede alcune delucidazioni sulla sua popolazione: apparteneva alla tribù dei Mangiabanane, dei fruttani che una volta l’anno, per placare l’ira delle scimmie Obobi ( irati irosi primati iracondi per essere stati privati del loro frutto preferito) dovevano sacrificare una giovane vergine al loro capo, il perfido Oba Oba Martins.
Digy in quel momento ringraziò Vishnu e tutta la Trimurti di essere un ragazzo, Fart imprecò di essere un uomo di poliestere, avrebbe tanto voluto avere un rapprto ravvicinato del terzo tipo con lo scimmione e Tarzi…beh lei stava seriamente prendendo in considerazione di convertirsi al bananesimo!!!
Banglalunedidesh portò il gruppo vicino ad un tempio bambuesco e si inginocchiò dicendo: “banglavoidesh banglapotetedesh banglaentraredesh, banglaiodesh banglarimangodesh banglaquidesh!”
Il gruppo non appena varcò la soglia rimase esterrefatto: legata ad un palo c’era lei Angina ( non fa rima con niente) la ragazza che ogni uomo sogna…bella come può essere bello un tramonto in piena alba,come la neve in agosto…Angy non appena vide Testa, Cracioffa, Fart e Digy iniziò ad ammiccare con uno sguardo così languido e a slinguazzarsi le labbra con una foga da bambina dell’esorcista, tanto che i nostri eroi se prima erano in fila indiana, a causa degli strani movimenti che avvenivano lì dove non batte il sole, si misero uno accanto all’altro- non si sà mai…
Angina esordì: ” (slinguazzata) oh miei prodi cavalieri…io sono Angina, figlia di Pectoris, fratello di Tachicardia, nonno di Ictus, zio di Infartus…che aveva sposato una delle sorelle Giugulare, che passava le sue serate ad ascoltare Radio con la cara Ulna…abbiate pietà di me…( altra slinguazzata- non vi dico in che stato erano i nostri amici) salvatemi dalle grinfie del perfido Obaoba…liberatemi…prom
etto di darla al primo che mi salverà”
Ad un tratto la terra iniziò a tremare…era Obaoba che andava a prendersi quanto gli spettava…
***Francesca Casciaro***

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CAPITOLO 29: Digy salva Angy

E il grande ObaOba vestito con un paio di pantaloncini corti e con mezzo pallone da calcio in testa a mo di corona soffiò poderosamente nel suo fischietto e tutti attorno tacquero…
Il terrore si dipinse sul volto di Angy, la bava si prosciugò di colpo.
Obaoba si alzò dalla sua panchina-trono e si diresse verso Angy con fare deciso… a quel punto Digy (la mente offuscata dagli ormoni) si parò davanti al gigantesco mostro e sguainò una banana che aveva in tasca.
-Fermo li vile marrano!!!
come puoi credere di poter disonorare una fanciulla di siffatta bellezza senza patirne le ire dei giusti che della bellezza sono umili e indegni servitori? Indietreggia dunque abominio della natura e prostrati a chi della virtù ha fatto il suo fregio e dell’onore il simbolo della propria nobile casata. Abbandona i tuoi bassi scopi ed elevati a più nobili intenti che ti potranno forse un giorno rendere degno di apparire alla presenza di codesta splendida creatura la quale per il sol esistere merita il rispetto e l’adorazione incondizionata dell’intero creato…-
i presenti cominciavano ad annoiarsi, la verginella si era seccata tutta, tanto più che la tartaruga del grande Obaoba non le dispiaceva poi tanto. Tarzy accarezzava il suo cuppino.
-…per questo io ti dico essere immondo di pentirti delle tue malefatte, accetta questa banana come simbolo della tua nuova vita all’insegna della castità, della purezza d’animo e dell’elevazione dello spirito e devozione assoluta ai più importanti disegni che entità ben più grandi di te e di me e di noi tutti qui presenti hanno tracciato in tempi in cui l’uomo non era ancora che il seme di un’idea. Liberati dunque dei tuoi beni materiali e librati leggero nell’aere dell’innocenza.-
Queste ultime parole colpirono Obaoba nel profondo (per il primo quarto d’ora non se l’era cagato proprio) e decise di seguire il consiglio di quel minuscolo essere al quale doveva riconoscere però un immenso coraggio.
Si denudò dei suoi beni materiali: gettò via il mezzo pallone, il fischietto, gettò via la panchina e gettò via anche i calzoncini.
Lo spettacolo che si presentò agli occhi di chi assisteva alla scena fu shockante… Le voci, i rumori, i respiri, persino il vento cessarono e restò solo un silenzio quasi solido.
Angy divenne paonazza, i suoi muscoli si gonfiarono, le corde che la tenevano legata si spezzarono come fossero state di pastafrolla, fece un balzo di 7 metri fino a trovarsi davanti a Tarzy, le sfilò il cuppino dalla cintola e corse in direzione di Digy caricando il colpo. Il cuppino si incastonò nella fontanella di Digy il quale perse la vista, imparò il braille e lo insegnò ai suoi discepoli nel giro di pochi interminabili istanti, poi riacquistò la vista e ondeggiando vistosamente si diresse verso il vespasiano li vicino.
Angy ancora impossessata da una forza sovrumana prese a due mani l’immenso Obaoba, lo sollevo da terra e al grido di:
SATANAAAA ESCI DA QUESTO CORPO DDEFORME ED ENTRA IN ME.. ENTRA IN MEEEEEEEEEEE ADESSOOOOOOOOOOOOO!!!
se lo sbattè violentemente per circa 26 minuti contro il suo dono più prezioso dopo di che i due caddero a terra stremati ma con un surreale sorriso dipinto sul volto.
***Alessandro Marzo***

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CAPITOLO 30: Piano di fuga dalle nozze

Nel 16 giorni successivi erano ancora in pieno svolgimento le nozze di Oba Oba ed Angy la quale già sapeva di essere incinta dell’erede del grande sovrano, aveva già scelto il nome per il suo piccolino: Ebe Ebe Pino Lalavatrice.
I nostri eroi tentavano in tutti i modi di far capire allo scimmione che sarebbero arrivati in ritardo per la vendemmia ma non c’era modo di farlo ragionere, egli li riteneva causa dell’incontro fortunato con Angina e pertanto era necessario che loro restassero.
Tarzy a dir la verità se la stava godendo quella sosta ma per gli altri era impensabile perdere tutti quei giorni e decisero di escogitare un piano di evasione dal Tempio bambuano.
Il piano era il seguente:
Fart si sarebbe occupato di addormentare tutti con una delle sue, Testa avrebbe dovuto rintracciare Tarzy e tirarla fuori dal groviglio di corpi scuri in cui sicuramente si sarebbe trovata al momento dell’evasione. Cracioffa in quanto intellettuale del gruppo aveva l’incarico di descrivere accuratamente gli eventi per tramandarli ai posteri e Digy avrebbe invece dovuto procurarsi tutto il necessario per il viaggio visto che i loro viveri erano ormai persi da tempo.
L’ora X era stata fissata alle 9.00 in punto della sera. I nostri amici si sarebbero coperti la bocca e il naso con delle foglie di rapisctele (pianta autoctona) ottime contro le radiazioni e le esalazioni chimiche e batteriologiche.
Alle 8.56 minuti Fart non riesce a trattenersi ed esplode in un peto hiroshimico. Tutti attorno a lui cadono come mosche e cadono anche le mosche, Fart preso dal panico fa finta di svenire ma dopo le prime 6 ore si stanca e cerca un altra soluzione. Mentre vaga disperato tra i corpi inerti qualcuno alle sue spalle lo chiama:
-Giovanotto! Non ci siamo già visti da qualche parte?
Fart non crede ai suoi occhi:
è Santiago!
Ma ancora più strabiliante è il fatto che sia sveglio e si regga in piedi.
***Alessandro Marzo***

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1 proposte
cisatchmo ha risposto 6 anni fa

Capitolo 31: Santiago …il ritorno

‎-cosa ci fai tu qui? e come mai sei ancora sveglio?
-amico mio, nella guerra di Salèntide le mie narici si sono bruciate e me le hanno rivestite di PVC e nella grande guerra di Pullia ci ricoprivano la pelle di squame di piombo per proteggerci dalle radiazioni.
-beh comodo…
-cosa è successo qui?
-ma niente… credo una fuga di gas dal vulcano Takhacahtu…. dobbiamo portare via i nostri amici prima che gli altri si sveglino e ci mangino vivi.
-bene ti aiuterò ma tu tienimi questa lenza, non lasciarla per nessun motivo…
Il vecchio santiago riuscì a caricare tutti i nostri amici sulla sua barca e insieme salparono per il mare aperto.

[… 3 ore più tardi]

-Digy: …ma che cosa è successo?
-Testa: Minchia!
-Cracioffa: ‘mbare!
da lontano scorsero una piccola isola che appariva selvaggia e disabitata.
-Tarzy: quella dev’essere Palmira, è l’ultima isola vergine rimasta in questi territori.
Approdarono e ognuno scelse una palma dietro cui espletare i propri bisogni più urgenti.
Fatto ognuno il suo si sedettero in riva alla spiaggia, sguardo fisso verso il tramonto sul mare e mente persa nella contemplazione di cotanta bellezza.
-Digy: autore! qui ci starebbe bene una puzzetta di Cracioffa…
-autore: e no dai troppo scontata…
PRAAAAATTTT!!!!
-Tarzy: scusatemi pensavo di aver finito con la palma!
e così dicendo scambettò a chiappe strette fino al prescelto luogo di ristoro.
-autore: va beh! fate un po come cazo ve pare!
In alcuni momenti di silenzio assoluto si udì un sinistro fruscio proveniente dali cespugli di scarciooppole rampicanti li vicino. i nostri amici si guardarono per un lungo interminabile istante e poi come se i loro pensieri fossero sontonizzati sulla medesima frequenza (Radio Maria… puru quai pia!) si alzarono di scatto e corsero a perdifiato gettandosi letteralmente nei cespugli!
-tutti: BBONEEEEEEEEE le scarcioppole rampicanti!!!
ava quante!!! maaaaa! na miniera propriu!
***Alessandro Marzo***

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