Sedato

cisatchmo ha scritto 7 anni fa

INCIPIT: Asfalto

Aprì gli occhi.
Aveva dolore alla testa e non sentiva più le gambe. I suoni attorno a lui erano confusi, ovattati, la vista ancora offuscata distingueva delle luci lampeggianti. Percepiva il freddo dell’asfalto sulla guancia.

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CAPITOLO 1: Stretta allo stomaco

Vide qualcuno avvicinarsi, piegarsi su di lui e parlargli, ma la sua mente era altrove.
Si stava ricordando dell’impatto e si sforzò di richiamare alla memoria l’ultimo tratto di strada percorso.
Guidava sereno, lei gli era accanto e guardava distratta il panorama che scorreva velocemente.
All’improvviso lei aveva iniziato a parlargli, come se avesse finalmente dato voce e sfogo a ragionamenti che stava facendo con se stessa.
Quelle parole lo avevano sconvolto, ne era certo, si ricordava bene la stretta allo stomaco che aveva sentito, così come ricordava di aver perso il controllo dell’auto.
Ricordava tutta la dinamica dell’incidente, ma non ricordava assolutamente cosa lei gli avesse detto….
In quel momento si sentì sollevare delicatamente da mani premurose. I paramedici stavano facendo il loro lavoro e lui scivolò nuovamente nell’oblio…

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CAPITOLO 2: Paura

Era sveglio, aveva l’impressione di aver dormito mentre qualcuno gli trapanava la testa, ma era proprio sveglio e non ricordava assolutamente nulla. Aspetto pazientemente che anche il cervello cominciasse a svegliarsi e a ragionare, e immagini in successione cominciarono a scombussolarlo. Aveva avuto un incidente, di questo era certo, e poi? Davvero non c’era nient’altro? Davvero la sua mente non voleva dargli altre informazioni? Si, e qualcosa c’era. Si ricordava un boato. Un boato così forte da assordare un’uomo. E ancora, aveva visto dal parabrezza l’asfalto avvicinarsi alla velocità della luce al suo viso. Ma era solo, al momento dell’incidente? No, c’era Jean. L’aveva sentita urlare. Poi tutto estremamente nero, vuoto. Un nero freddo.
Prima che perdesse conoscenza, i paramedici l’avevano caricato su un’ambulanza. Poi basta, assolutamente nulla. E lei? Lei dov’era? Era lì, accanto a lui? Non la sentiva parlare, aveva sperato di sentire la sua voce, avrebbe dovuto significare che era cosciente.
Ebbe la forza di aprire gli occhi, prima erano accecati dalla paura, ma adesso da una luce bianca, che doveva ovviamente essere della stanza in cui si trovava. In principio non riuscì a distinguere le figure che lo circondavano, poi mise a fuoco, c’era qualcuno che -supponeva- gli stava sostituendo delle bende sporche, ovviamente di sangue. Non riusciva a parlare, voleva chiedergli notizie di Jean, voleva sapere dove l’avevano portata, ma poi notò una figura in fondo alla stanza di ospedale, impossibile dire se era lei, non riusciva nemmeno a capire se era distesa anche quella sul letto o era seduta su una sedia…

1 proposte
lucia ha risposto 6 anni fa

Capitolo 3: Sveglio (forse)
-Dottore, il paziente della 6 continua a chiedere di una certa Jean, non so cosa rispondere, c’era qualcuno con lui al momento dell’incidente?
-Non che io sappia. Il rapporto della polizia parla di un colpo di sonno e sembra che fosse solo nell’auto. Cmq chiederò informazioni, per il momento cerchi solo di tranquillizzarlo. Gli ha sommonostrato il sedativo che gli ho prescritto?
-Si dottore ma… con tutto il rispetto… non crede che sia una dose un po eccessiva?
-…gli dia il sedativo e si risparmi queste osservazioni impertinenti infermiera.
-Si dottore, mi scusi.
[…]
Eccolo li, seduto vicino al mio letto a guardarmi con la solita aria di compassione. Se non mi sentissi così rincoglionito gli darei un pugno sul naso per toglierli quell’espressione odiosa.
-Ehi bello! Come ti senti? Finalmente hai aperto gli occhi. Stavolta fratellino mi hai fatto prendere davvero una paura fottuta.
Ho parlato con l’infermiera mi ha detto che continueranno a tenerti sotto sedativo per qualche giorno. Sei messo maluccio fratellino. Ah, poi mi ha anche chiesto di una certa Jean, ma chi è?
Come chi è? Ma non ero io il rincoglionito?
-Come chi è? Jean! Mia moglie cazzo!
-Ehm… ok non ti agitare.
-Dov’è?
-Non so di cosa parli fratellino…
-E smettila di chiamarmi fratellino che mi da ai nervi! Dov’è lei?
-Ok fratellino, stai giù non ti scaldare, vado di la a chiedere spiegazioni, ok?
Sto perdendo i sensi un’altra volta… maledetto sedativo…
[…]
-Dottore mio fratello mi preoccupa, ha parlato di una certa Jean che crede sia sua moglie, ma non si è mai sposato in vita sua, non ha nemmeno una ragazza! Avete controllato il cervello? E’ tutto apposto li dentro?
-Lasci fare a noi signor…
-Anthony… Anthony Mannino, mi chiamo così…
-Si signor Mannino, lasci che ce ne occupiamo noi d’accordo? Stiamo facendo tutti gli accertamenti del caso, le assicuro che niente sarà trascurato, ora pensi solo a stare vicino a sua fratello e a dargli tutto l’aiuto possibile perchè ne ha davvero bisogno.
-Grazie mille Dottor Belik.
[…]
Finalmente fuori da questo posto schifoso e fuori da questo puzzo di disinfettante.
-Ehi Tony, dove stiamo andando?
– A casa bello.
-Ma che casa? Devo andare a trovare Jean, non capisco ancora per quale motivo abbiano deciso di mandarla all’ospedale di Denver.
-Te l’ho gia detto bello, chirurgia donne era strapieno!
-Ok portami a Denver.
-Non posso… il dottore vuole che ti riporti subito a casa. Devi riposare, prendi questa.
[…]
-Ciao David, come stai?
-Amore! Finalmente! Come stai? Non vedevo l’ora di riabbracciarti. Mi hanno impedito di venire a trovarti prima, ma ora sono qui amore mio e non vado da nessuna parte.
-David. Cosa ti ricordi dell’incidente?
-Non ricordo quasi nulla, ho la mente annebbiata e tutta la robaccia che mi hanno dato in ospedale non aiuta di certo.
-Vieni qui, abbracciami. Non pensiamoci più, ormai è acqua passata. Siamo di nuovo qui, io e te. Va tutto bene.
-A dire il vero c’è un particolare a cui penso da giorni, tu mi hai detto qualcosa, appena prima dell’incidente, qualcosa che mi ha fatto stare male ma non ricordo assolutamente cosa!
-Vieni qui David, ho detto di non pensarci. Va tutto bene.

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